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Altro che selfie: durante l’isolamento sui social si organizzano le rapine

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Un assalto pianificato sui social, ecco che accade in Italia: la paura di molti, quella di una rivoluzione di vandali e sciacalli, è di fatto quasi in atto.

Sul padre di tutti i social, Facebook, è infatti nato un gruppo che si chiama “Rivoluzione nazionale”, gruppo di cui farebbero parte migliaia di persone che, tra i primi segni di insofferenza alle restrizioni e la paura di non avere più come sostenersi economicamente, si organizzano per assaltare i supermercati.

Affamati, impauriti, stanchi: gli italiani sono quasi al ventesimo giorno di isolamento e l’intero Paese è una polveriera. Ma noi non siamo un giornale (anzi vi preghiamo di consultare testate locali e nazionali di fiducia per ogni informazione relativa al Covid19), siamo un blog che parla tra le tante cose anche di social.

E quello che ci interessa commentare è proprio questo dato: i social sono da tempo un mondo sostituivo per molte persone e oggi, in tempo di crisi, sono un mondo sostitutivo anche per i più scettici, anche per chi prendeva le distanze dal “fenomeno” (a definirlo fenomeno appunto gli scettici e i distanti).

Pensare che oggi servano a orchestrare una rapina non ci fa riflettere più di tanto, piuttosto riflettiamo sul fatto che non possiamo immaginare di orchestrare una rapina con il cellulare e non essere immediatamente intercettati dalle forze dell’ordine.

Non ci è chiaro ancora, che anche le forze dell’ordine osservano, controllano e partecipano alla vita virtuale esattamente come noi? Evidentemente non a tutti. Ma ciò apre a un’altra discussione, questa volta per tutti: quanto siamo effettivamente controllati?